L'Alzana in età altomedievale
primo indizio della decadenza della villa rustica di Arcole è segnato dal verificarsi di un grosso incendio, verosimilmente da collocarsi nel IV secolo,
le cui tracce (ceramica e coppi bruciati, strati di cenere e carboni) sono state trovate in più punti.
Il complesso continua tuttavia a vivere almeno per tutto il IV secolo, benché alcune parti restino in stato di abbandono.
La fase successiva, fino al VI secolo, è segnata da uno (o forse una serie) di episodi alluvionali piuttosto consistenti,
tali da distruggere e nascondere gran parte del complesso insediativo romano.
Della villa si conservarono solo alcune strutture murarie, presso le quali si costituì tra IX e X secolo un nuovo insediamento.
Il sito dell’Alzana presentava evidentemente delle potenzialità insediative, sia per la posizione topografica soprelevata, sia per la disponibilità di
materiali costruttivi.
Le tracce rinvenute del villaggio altomedievale sono costituite da resti di capanne, pozzi, focolari, pentolame da fuoco. La presenza di sepolture riferibili
anche a donne, giovani e bambini indica che vi abitava una comunità probabilmente formata da una o più famiglie. Le attività lavorative
si svolgevano al di fuori, con la coltivazione dei campi e l’allevamento del bestiame.
La vecchia struttura romana situata a nord fu riutilizzata e adattata aggiungendo una piccola entrata (una sorta di protiro) sul lato ovest.
Data la presenza delle tombe nell’area circostante è stata ipotizzata una destinazione religiosa dell’edificio. Probabilmente non si tratta di una chiesa vera e propria, ma semplicemente di un luogo dove riunirsi e pregare, ovvero un oratorio.
Questa struttura presenta similarità con altri edifici di epoca carolingia adibiti al culto rinvenuti in Croazia.
Le tombe trovate all’Alzana non avevano corredo nè oggetti personali. La parte più a ovest dello scavo era occupata
da una serie di recinti per animali, delimitati da palizzate o staccionate.
primo indizio della decadenza della villa rustica di Arcole è segnato dal verificarsi di un grosso incendio, verosimilmente da collocarsi nel IV secolo,
le cui tracce (ceramica e coppi bruciati, strati di cenere e carboni) sono state trovate in più punti.
Il complesso continua tuttavia a vivere almeno per tutto il IV secolo, benché alcune parti restino in stato di abbandono.
La fase successiva, fino al VI secolo, è segnata da uno (o forse una serie) di episodi alluvionali piuttosto consistenti,
tali da distruggere e nascondere gran parte del complesso insediativo romano.
Della villa si conservarono solo alcune strutture murarie, presso le quali si costituì tra IX e X secolo un nuovo insediamento.
Il sito dell’Alzana presentava evidentemente delle potenzialità insediative, sia per la posizione topografica soprelevata, sia per la disponibilità di
materiali costruttivi.
Le tracce rinvenute del villaggio altomedievale sono costituite da resti di capanne, pozzi, focolari, pentolame da fuoco. La presenza di sepolture riferibili
anche a donne, giovani e bambini indica che vi abitava una comunità probabilmente formata da una o più famiglie. Le attività lavorative
si svolgevano al di fuori, con la coltivazione dei campi e l’allevamento del bestiame.
La vecchia struttura romana situata a nord fu riutilizzata e adattata aggiungendo una piccola entrata (una sorta di protiro) sul lato ovest.
Data la presenza delle tombe nell’area circostante è stata ipotizzata una destinazione religiosa dell’edificio. Probabilmente non si tratta di una chiesa vera e propria, ma semplicemente di un luogo dove riunirsi e pregare, ovvero un oratorio.
Questa struttura presenta similarità con altri edifici di epoca carolingia adibiti al culto rinvenuti in Croazia.
Le tombe trovate all’Alzana non avevano corredo nè oggetti personali. La parte più a ovest dello scavo era occupata
da una serie di recinti per animali, delimitati da palizzate o staccionate.