Ronco e il ponte di barche sull'Adige
E’ il centro abitato di Ronco all’Adige ad accogliere il maggior numero di truppe francesi e di prigionieri austriaci durante i tre giorni della battaglia di Arcole. Al loro arrivo i soldati e d i mezzi si disposero sulla riva destra, tra Albaro, Scardevara e l’imbocco del porto di Ronco dove è costruito il ponte di barche. Una via obbligata proprio perché questa, che costeggia l’argine del fiume, era la strada principale che collegava le diverse località riparie.
Napoleone aveva fatto gettare dal comandante del Genio dell’Armata Andréossy un ponte di barche sull’Adige all’altezza di Ronco, a monte della confluenza dell’Alpone. La posizione di Ronco gli consentiva, nel caso giungessero cattive notizie dalla Val d’Adige, di ritirarsi in fretta per risalire la destra dell’Adige e sostenere Vaubois. Il ponte sull’Adige avrebbe potuto farlo gittare a valle della confluenza dell’Alpone; sarebbe così potuto arrivare più agevolmente a Villanova, che costituiva il suo obiettivo; ma Napoleone ignorava la presenza austriaca ad Arcole e non voleva allungare le ore di marcia da Verona, né frapporre l’Alpone fra lui e l’Alvinczy se quest’ultimo avesse deciso di riprendere l’avanzata.
Il luogo del passaggio, utilizzato dall’esercito francese per accedere alla Zerpa, è la sede del porto fluviale che esisteva a partire dall’alto medioevo. Si tratta di una scarpata arginale appositamente sistemata e predisposta con un supporto ligneo per facilitare l’imbarco sul passo volante che fa da spola tra una riva e l’altra e per il carico di merci e di persone sui natanti di passaggio. Il Perini nella sua Storia di Verona conferma che il ponte napoleonico venne costruito “nel luogo medesimo ove oggi ancora esiste l’attuale passaggio”. Le stesse testimonianze riferite alla battaglia attestano tale sito e sottolineano l’efficacia di tale passaggio per la posizione geografica e per la rispondenza operativa.
L’attuale Municipio di Ronco all’Adige ha rappresentato la sede del comando francese, luogo di soggiorno di Napoleone Bonaparte. Nei tre giorni della battaglia egli trascorse le ore della notte nel piano superiore. A ricordare la permanenza nell’edificio del generale francese vi è ancor oggi una lapide esterna.
La chiesa parrocchiale, che i francesi occupano a Ronco, era appena stata restaurata nel 1760 da don Gaspare Bragadin. Durante la battaglia i soldati vi si accampano distruggendo parte della suppellettile e incendiando i banchi in legno per riscaldarsi. La stessa casa parrocchiale è utilizzata come quartier generale delle truppe francesi. Diventa il luogo di smistamento delle truppe e il centro propulsore del comando francese. Il campanile fu sede di un osservatorio stabile, fornendo un’ampia vista sull’intera zona della battaglia.
E’ il centro abitato di Ronco all’Adige ad accogliere il maggior numero di truppe francesi e di prigionieri austriaci durante i tre giorni della battaglia di Arcole. Al loro arrivo i soldati e d i mezzi si disposero sulla riva destra, tra Albaro, Scardevara e l’imbocco del porto di Ronco dove è costruito il ponte di barche. Una via obbligata proprio perché questa, che costeggia l’argine del fiume, era la strada principale che collegava le diverse località riparie.
Napoleone aveva fatto gettare dal comandante del Genio dell’Armata Andréossy un ponte di barche sull’Adige all’altezza di Ronco, a monte della confluenza dell’Alpone. La posizione di Ronco gli consentiva, nel caso giungessero cattive notizie dalla Val d’Adige, di ritirarsi in fretta per risalire la destra dell’Adige e sostenere Vaubois. Il ponte sull’Adige avrebbe potuto farlo gittare a valle della confluenza dell’Alpone; sarebbe così potuto arrivare più agevolmente a Villanova, che costituiva il suo obiettivo; ma Napoleone ignorava la presenza austriaca ad Arcole e non voleva allungare le ore di marcia da Verona, né frapporre l’Alpone fra lui e l’Alvinczy se quest’ultimo avesse deciso di riprendere l’avanzata.
Il luogo del passaggio, utilizzato dall’esercito francese per accedere alla Zerpa, è la sede del porto fluviale che esisteva a partire dall’alto medioevo. Si tratta di una scarpata arginale appositamente sistemata e predisposta con un supporto ligneo per facilitare l’imbarco sul passo volante che fa da spola tra una riva e l’altra e per il carico di merci e di persone sui natanti di passaggio. Il Perini nella sua Storia di Verona conferma che il ponte napoleonico venne costruito “nel luogo medesimo ove oggi ancora esiste l’attuale passaggio”. Le stesse testimonianze riferite alla battaglia attestano tale sito e sottolineano l’efficacia di tale passaggio per la posizione geografica e per la rispondenza operativa.
L’attuale Municipio di Ronco all’Adige ha rappresentato la sede del comando francese, luogo di soggiorno di Napoleone Bonaparte. Nei tre giorni della battaglia egli trascorse le ore della notte nel piano superiore. A ricordare la permanenza nell’edificio del generale francese vi è ancor oggi una lapide esterna.
La chiesa parrocchiale, che i francesi occupano a Ronco, era appena stata restaurata nel 1760 da don Gaspare Bragadin. Durante la battaglia i soldati vi si accampano distruggendo parte della suppellettile e incendiando i banchi in legno per riscaldarsi. La stessa casa parrocchiale è utilizzata come quartier generale delle truppe francesi. Diventa il luogo di smistamento delle truppe e il centro propulsore del comando francese. Il campanile fu sede di un osservatorio stabile, fornendo un’ampia vista sull’intera zona della battaglia.