L'insediamento protostorico di Sabbionara
Un insediamento protostorico, che ci interessa particolarmente poiché legato alla storia di Arcole, è quello individuato
in località Sabbionara, nel vicino comune di Veronella, e attribuito all’età del Bronzo recente (XIII secolo).
L’abitato era posto sull’estremità occidentale di un grande dosso presso la confluenza dell’Alpone nell’Adige e
il cui profilo è ben distinto e delimitato da zone vallive verso ovest, dalle quali si eleva con una ripida scarpata che
raggiunge anche i 4 metri. La zona fu, sin dai primi anni ottanta, oggetto dapprima d’indagini in superficie poi di
varie campagne di scavi, per merito del Gruppo Archeologico di Cologna Veneta e della Soprintendenza Archeologica
del Veneto, che portarono dapprima alla scoperta di una vasta necropoli in località Desmontà e Caneviera, poi
dell’abitato protostorico di Sabbionara. L’estensione dell’abitato di Sabbionara,
che occupa un’area di circa 300x350 metri, corrisponde a quella dei grandi
insediamenti arginati della pianura veronese, che si sono sviluppati nel periodo di massima espansione demografica
per l’età del bronzo, quando oramai l’occupazione del territorio era divenuta capillare. L’abitato di Sabbionara inizia
in un momento già avanzato dell’età del Bronzo recente e questo fatto permette di valutare il grande cambiamento
concernente la tipologia dei materiali nei confronti delle fasi precedenti. La tipologia dei materiali ritrovati a Sabbionara è
stata inquadrata nella facies subappenninica, la quale rappresenta una grande unità culturale che ha interessato
buona parte della penisola e in particolar modo il versante adriatico. Alla fase di massima occupazione segue in tutta l’Italia settentrionale, alla fine del XII secolo a. C. per un periodo di circa un secolo, una brusca contrazione territoriale e demografica, che determina la scomparsa di quasi
tutti gli insediamenti collinari e di molti tra quelli di pianura. Il fenomeno interessò anche i centri della pianura veronese, con la scomparsa
di molti abitati arginati, anche se in alcuni l’abbandono non è stato né repentino né totale come in quelli di Fondo Paviani a Legnago e Fabbrica
Un insediamento protostorico, che ci interessa particolarmente poiché legato alla storia di Arcole, è quello individuato
in località Sabbionara, nel vicino comune di Veronella, e attribuito all’età del Bronzo recente (XIII secolo).
L’abitato era posto sull’estremità occidentale di un grande dosso presso la confluenza dell’Alpone nell’Adige e
il cui profilo è ben distinto e delimitato da zone vallive verso ovest, dalle quali si eleva con una ripida scarpata che
raggiunge anche i 4 metri. La zona fu, sin dai primi anni ottanta, oggetto dapprima d’indagini in superficie poi di
varie campagne di scavi, per merito del Gruppo Archeologico di Cologna Veneta e della Soprintendenza Archeologica
del Veneto, che portarono dapprima alla scoperta di una vasta necropoli in località Desmontà e Caneviera, poi
dell’abitato protostorico di Sabbionara. L’estensione dell’abitato di Sabbionara,
che occupa un’area di circa 300x350 metri, corrisponde a quella dei grandi
insediamenti arginati della pianura veronese, che si sono sviluppati nel periodo di massima espansione demografica
per l’età del bronzo, quando oramai l’occupazione del territorio era divenuta capillare. L’abitato di Sabbionara inizia
in un momento già avanzato dell’età del Bronzo recente e questo fatto permette di valutare il grande cambiamento
concernente la tipologia dei materiali nei confronti delle fasi precedenti. La tipologia dei materiali ritrovati a Sabbionara è
stata inquadrata nella facies subappenninica, la quale rappresenta una grande unità culturale che ha interessato
buona parte della penisola e in particolar modo il versante adriatico. Alla fase di massima occupazione segue in tutta l’Italia settentrionale, alla fine del XII secolo a. C. per un periodo di circa un secolo, una brusca contrazione territoriale e demografica, che determina la scomparsa di quasi
tutti gli insediamenti collinari e di molti tra quelli di pianura. Il fenomeno interessò anche i centri della pianura veronese, con la scomparsa
di molti abitati arginati, anche se in alcuni l’abbandono non è stato né repentino né totale come in quelli di Fondo Paviani a Legnago e Fabbrica