Il Municipio di Arcole
Sino alla fine degli anni Trenta la sede municipale di Arcole era situata nell’edificio dove attualmente c’è l’oratorio parrocchiale, accanto alla chiesa, in via Rosario.
Già alla metà degli anni Venti si sentì però la necessità di costruire un nuovo edificio da adibire a municipio, quando l’allora Podestà Luigi Rebesani incaricò l’ingegnere comunale, Livio Martinelli, di predisporre un primo progetto per tale realizzazione. Questo progetto porta la data del 27 maggio 1927. Il progetto in questione non ebbe però seguito e si dovette attendere circa dieci anni affinché fosse nuovamente affrontato il problema.
L’area dove doveva sorgere il nuovo municipio, posta lungo via Mantovani adiacente alla scuola elementare, di proprietà del Podestà Rossi Luigi Pompilio, fu giudicata la più idonea, poiché non esisteva altra area fabbricabile nel capoluogo.
Fu quindi dato un nuovo incarico all’architetto Marino Padovani, originario di Arcole, di predisporre un progetto per la costruzione della nuova sede municipale, con annessa casa del Segretario.
Il progetto, presentato il 12 aprile 1937, fu approvato con delibera del Podestà di Arcole e successivamente con delibera del Consiglio Comunale del 6 luglio 1937.
Il progetto prevedeva la realizzazione di un edificio da destinare a sede municipale ed abitazione del segretario comunale, costituito da un blocco a pianta rettangolare, disposto su tre piani:
piano rialzato, primo e secondo.
La sede municipale, che occupava il piano rialzato e primo, aveva accesso dalla nuova piazza G. Marconi. In origine al piano rialzato era posto un atrio d’ingresso (recentemente modificato per l’inserimento di un ascensore) al quale si accede da una breve scalinata, un locale per il centro telefonico, due locali per ambulatorio medico e pediatrico, con saletta d’attesa, un locale per la polizia locale, un ufficio di collocamento ed un locale archivio. Al piano primo, al quale si accedeva da un vano scala con atrio centrale, era invece posta la sala consiliare, l’ufficio del sindaco, l’ufficio ragioneria, quello del segretario, l’ufficio anagrafe e quello del messo comunale, i servizi igienici. Al piano secondo era invece posta l’abitazione del segretario, alla quale si accedeva da via Prà Mantovani, attraverso un ingresso ed un vano scala indipendente posto a sud dell’edificio. Successivamente all’approvazione del progetto fu dato inizio alla costruzione del fabbricato, mediante appalto per licitazione privata, con assegnazione dei lavori all’impresa “Costruzioni Mazzucco Alberto” di San Bonifacio (VR). Il direttore dei lavori designato fu il nuovo ingegnere comunale Piccoli Cristiano di Verona.
I lavori di costruzione iniziarono l’11 aprile del 1938 e dovevano essere completati entro il 12 ottobre 1938. L’ultimazione dei lavori, invece, avvenne il 29 aprile 1939. La realizzazione dell’impianto di riscaldamento e igienico-sanitari fu assegnata alla ditta
Talamini Cesare di Soave; gli impianti elettrici vennero invece assegnati alla ditta Fumo Guglielmo di San Bonifacio.
Al termine dei lavori di costruzione del nuovo palazzo municipale, venne disposta la decorazione della sala maggiore ad opera del pittore Rolando Colombini.
Sull’appezzamento di terreno fu prevista, oltre alla costruzione del palazzo comunale, la realizzazione di una vasta piazza antistante “destinata all’ammassamento delle Organizzazioni nelle cerimonie patriottiche, alla raccolta del popolo nelle occasioni solenni e altresì per valorizzare sia il prospetto della sede Municipale, sia quello delle Scuole Comunali che, in caso contrario, resterebbe mascherato”. Venne quindi redatta una perizia suppletiva per i lavori di sistemazione della piazza.
Completata la costruzione del nuovo edificio, il 3 giugno 1939, vennero quindi affidati all’Impresa Mazzucco Alberto anche i lavori per la sistema-zione dell’antistante piazza intitolata a Guglielmo Marconi.
Un accenno anche al progettista dell’edificio, l’architetto Marino Padovani. Nacque ad Arcole il 6 settembre 1902, conseguì la laurea in architettura nel 1933 a Venezia, due anni dopo ottenne l’abilitazione a Roma. Nel 1955-60 è stato presidente dell’Ordine degli Architetti di Verona, al cui Albo risulta iscritto fin dal 1937. Nel 1938, come si è detto, vennero realizzati i lavori di costruzione del palazzo municipale di Arcole, su suo progetto. Nel 1938 collabora con l’architetto legnaghese Giovanni Fregno al progetto della Casa Rionale del Fascio “Cesare Battisti” al ponte della Vittoria in Verona, inaugurata da Benito Mussolini in persona il 26 settembre. Dopo la guerra fu autore, per il Comune di San Bonifacio, del Piano Regolatore, da lui illustrato nel 1948 e del monumento ai Caduti. Si ricordano inoltre i progetti per il cinema Corallo (con Italo Mutinelli) e Roma a Verona, il cinema-teatro Cristallo a San Bonifacio, il cinema Tizian a Ronco all’Adige, ed infine il cinema Smeraldo ad Arcole, tutti realizzati entro il 1955, e interventi di restauro all’abbazia di Villanova a San Bonifacio. Progettò inoltre ville unifamiliari, edifici di abitazione condominiale, scuole e stabilimenti industriali.
Morì a Negrar il 19 febbraio 1964.
Sino alla fine degli anni Trenta la sede municipale di Arcole era situata nell’edificio dove attualmente c’è l’oratorio parrocchiale, accanto alla chiesa, in via Rosario.
Già alla metà degli anni Venti si sentì però la necessità di costruire un nuovo edificio da adibire a municipio, quando l’allora Podestà Luigi Rebesani incaricò l’ingegnere comunale, Livio Martinelli, di predisporre un primo progetto per tale realizzazione. Questo progetto porta la data del 27 maggio 1927. Il progetto in questione non ebbe però seguito e si dovette attendere circa dieci anni affinché fosse nuovamente affrontato il problema.
L’area dove doveva sorgere il nuovo municipio, posta lungo via Mantovani adiacente alla scuola elementare, di proprietà del Podestà Rossi Luigi Pompilio, fu giudicata la più idonea, poiché non esisteva altra area fabbricabile nel capoluogo.
Fu quindi dato un nuovo incarico all’architetto Marino Padovani, originario di Arcole, di predisporre un progetto per la costruzione della nuova sede municipale, con annessa casa del Segretario.
Il progetto, presentato il 12 aprile 1937, fu approvato con delibera del Podestà di Arcole e successivamente con delibera del Consiglio Comunale del 6 luglio 1937.
Il progetto prevedeva la realizzazione di un edificio da destinare a sede municipale ed abitazione del segretario comunale, costituito da un blocco a pianta rettangolare, disposto su tre piani:
piano rialzato, primo e secondo.
La sede municipale, che occupava il piano rialzato e primo, aveva accesso dalla nuova piazza G. Marconi. In origine al piano rialzato era posto un atrio d’ingresso (recentemente modificato per l’inserimento di un ascensore) al quale si accede da una breve scalinata, un locale per il centro telefonico, due locali per ambulatorio medico e pediatrico, con saletta d’attesa, un locale per la polizia locale, un ufficio di collocamento ed un locale archivio. Al piano primo, al quale si accedeva da un vano scala con atrio centrale, era invece posta la sala consiliare, l’ufficio del sindaco, l’ufficio ragioneria, quello del segretario, l’ufficio anagrafe e quello del messo comunale, i servizi igienici. Al piano secondo era invece posta l’abitazione del segretario, alla quale si accedeva da via Prà Mantovani, attraverso un ingresso ed un vano scala indipendente posto a sud dell’edificio. Successivamente all’approvazione del progetto fu dato inizio alla costruzione del fabbricato, mediante appalto per licitazione privata, con assegnazione dei lavori all’impresa “Costruzioni Mazzucco Alberto” di San Bonifacio (VR). Il direttore dei lavori designato fu il nuovo ingegnere comunale Piccoli Cristiano di Verona.
I lavori di costruzione iniziarono l’11 aprile del 1938 e dovevano essere completati entro il 12 ottobre 1938. L’ultimazione dei lavori, invece, avvenne il 29 aprile 1939. La realizzazione dell’impianto di riscaldamento e igienico-sanitari fu assegnata alla ditta
Talamini Cesare di Soave; gli impianti elettrici vennero invece assegnati alla ditta Fumo Guglielmo di San Bonifacio.
Al termine dei lavori di costruzione del nuovo palazzo municipale, venne disposta la decorazione della sala maggiore ad opera del pittore Rolando Colombini.
Sull’appezzamento di terreno fu prevista, oltre alla costruzione del palazzo comunale, la realizzazione di una vasta piazza antistante “destinata all’ammassamento delle Organizzazioni nelle cerimonie patriottiche, alla raccolta del popolo nelle occasioni solenni e altresì per valorizzare sia il prospetto della sede Municipale, sia quello delle Scuole Comunali che, in caso contrario, resterebbe mascherato”. Venne quindi redatta una perizia suppletiva per i lavori di sistemazione della piazza.
Completata la costruzione del nuovo edificio, il 3 giugno 1939, vennero quindi affidati all’Impresa Mazzucco Alberto anche i lavori per la sistema-zione dell’antistante piazza intitolata a Guglielmo Marconi.
Un accenno anche al progettista dell’edificio, l’architetto Marino Padovani. Nacque ad Arcole il 6 settembre 1902, conseguì la laurea in architettura nel 1933 a Venezia, due anni dopo ottenne l’abilitazione a Roma. Nel 1955-60 è stato presidente dell’Ordine degli Architetti di Verona, al cui Albo risulta iscritto fin dal 1937. Nel 1938, come si è detto, vennero realizzati i lavori di costruzione del palazzo municipale di Arcole, su suo progetto. Nel 1938 collabora con l’architetto legnaghese Giovanni Fregno al progetto della Casa Rionale del Fascio “Cesare Battisti” al ponte della Vittoria in Verona, inaugurata da Benito Mussolini in persona il 26 settembre. Dopo la guerra fu autore, per il Comune di San Bonifacio, del Piano Regolatore, da lui illustrato nel 1948 e del monumento ai Caduti. Si ricordano inoltre i progetti per il cinema Corallo (con Italo Mutinelli) e Roma a Verona, il cinema-teatro Cristallo a San Bonifacio, il cinema Tizian a Ronco all’Adige, ed infine il cinema Smeraldo ad Arcole, tutti realizzati entro il 1955, e interventi di restauro all’abbazia di Villanova a San Bonifacio. Progettò inoltre ville unifamiliari, edifici di abitazione condominiale, scuole e stabilimenti industriali.
Morì a Negrar il 19 febbraio 1964.