L' Obelisco napoleonico
L'obelisco di Arcole è l'unico trofeo ancora esistente in Italia fra i tanti eretti alla gloria di Napoleone. La costruzione dell’obelisco napoleonico di Arcole rientra nell’azione propagandistica, attuata da Napoleone anche in Italia a partire dal 1802, quando fu eletto Presidente della Repubblica Cisalpina e venne proclamata la nascita della Repubblica Italiana. Ancor vivo il ricordo delle prime battaglie nella pianura padana, in particolare quelle avvenute nel veronese, volle che il suo nome di vincitore sull’Austria fosse perpetuato con monumenti che ricordassero le singole vicende.
Napoleone, il 21 giugno 1806, inviò una lettera al figliastro Eugenio Beauharnais, Vicerè del nuovo Regno d’Italia, in cui lo invitava, come già precedentemente espresso, a “far costruire sui campi di battaglia di Rivoli ed Arcole dei piccoli monumenti” destinati ad eternare la memoria di battaglie che avevano contribuito, come disse, a far riconoscere l’indipendenza della Repubblica Cisalpina e di farne “costruire di simili al Tagliamento, a Lodi, a Castiglione, e a San Giorgio”.
Per il monumento di Arcole si adottò uno dei disegni presentati dal capitano Gaspare Galliari, il quale eseguì 18 disegni ed un modellino in legno.
Il manufatto di Arcole, costituito da un obelisco, doveva essere collocato in un posto da scegliersi con attenzione. Fu decisa la soluzione che prevedeva la realizzazione sulla riva destra dell’Alpone, come voleva il Vicerè, proprio alla testa del ponte di Arcole all’imboccatura della strada che scende verso la valle zerpana, per favorire l’accostamento agli avvenimenti storici.
Giovedì 15 dicembre 1808, con una solenne cerimonia, venne posta la prima pietra del monumento napoleonico. Successivamente si iniziò la costruzione dell’obelisco, sotto la direzione del capitano Dellard, Comandante del Genio della Fortezza di Legnago. Egli compilò una distinta della spesa che ammontò a poco meno di 20.000 lire.
Composto di blocchi di marmo rosso Verona, l’obelisco “consiste in una piramide tronca quadrangolare insistente ad un basamento ornato di Fasci e di Trofei militari e terminata alla sommità da un globo su cui posa l’aquila, che forma attualmente l’emblema imperiale”, la quale doveva essere in pietra e non in bronzo. I bassorilievi del piedistallo, scolpiti da Gaetano Muttoni di Verona, rappresentano trofei di guerra. Le iscrizioni sono opera del prof. Calimero Cattaneo, ma la tradizione propone come autore dell'iscrizione celebrativa della vittoria il celebre latinista abate Morcelli: questa stilisticamente è la più bella. L'altra, fissata sul lato opposto, e cioè la dedica del monumento a Napoleone, è a noi più cara perché qui è nominata l'Italia come Nazione che, ricordando il suo glorioso passato, ora risorge: siamo nel 1810.
L'inaugurazione ufficiale avvenne il 1 novembre 1810.
L'obelisco di Arcole è l'unico trofeo ancora esistente in Italia fra i tanti eretti alla gloria di Napoleone. La costruzione dell’obelisco napoleonico di Arcole rientra nell’azione propagandistica, attuata da Napoleone anche in Italia a partire dal 1802, quando fu eletto Presidente della Repubblica Cisalpina e venne proclamata la nascita della Repubblica Italiana. Ancor vivo il ricordo delle prime battaglie nella pianura padana, in particolare quelle avvenute nel veronese, volle che il suo nome di vincitore sull’Austria fosse perpetuato con monumenti che ricordassero le singole vicende.
Napoleone, il 21 giugno 1806, inviò una lettera al figliastro Eugenio Beauharnais, Vicerè del nuovo Regno d’Italia, in cui lo invitava, come già precedentemente espresso, a “far costruire sui campi di battaglia di Rivoli ed Arcole dei piccoli monumenti” destinati ad eternare la memoria di battaglie che avevano contribuito, come disse, a far riconoscere l’indipendenza della Repubblica Cisalpina e di farne “costruire di simili al Tagliamento, a Lodi, a Castiglione, e a San Giorgio”.
Per il monumento di Arcole si adottò uno dei disegni presentati dal capitano Gaspare Galliari, il quale eseguì 18 disegni ed un modellino in legno.
Il manufatto di Arcole, costituito da un obelisco, doveva essere collocato in un posto da scegliersi con attenzione. Fu decisa la soluzione che prevedeva la realizzazione sulla riva destra dell’Alpone, come voleva il Vicerè, proprio alla testa del ponte di Arcole all’imboccatura della strada che scende verso la valle zerpana, per favorire l’accostamento agli avvenimenti storici.
Giovedì 15 dicembre 1808, con una solenne cerimonia, venne posta la prima pietra del monumento napoleonico. Successivamente si iniziò la costruzione dell’obelisco, sotto la direzione del capitano Dellard, Comandante del Genio della Fortezza di Legnago. Egli compilò una distinta della spesa che ammontò a poco meno di 20.000 lire.
Composto di blocchi di marmo rosso Verona, l’obelisco “consiste in una piramide tronca quadrangolare insistente ad un basamento ornato di Fasci e di Trofei militari e terminata alla sommità da un globo su cui posa l’aquila, che forma attualmente l’emblema imperiale”, la quale doveva essere in pietra e non in bronzo. I bassorilievi del piedistallo, scolpiti da Gaetano Muttoni di Verona, rappresentano trofei di guerra. Le iscrizioni sono opera del prof. Calimero Cattaneo, ma la tradizione propone come autore dell'iscrizione celebrativa della vittoria il celebre latinista abate Morcelli: questa stilisticamente è la più bella. L'altra, fissata sul lato opposto, e cioè la dedica del monumento a Napoleone, è a noi più cara perché qui è nominata l'Italia come Nazione che, ricordando il suo glorioso passato, ora risorge: siamo nel 1810.
L'inaugurazione ufficiale avvenne il 1 novembre 1810.