Villanova di San Bonifacio
Villanova di San Bonifacio si trovò storicamente ad essere al centro di un significativo nodo strategico: controllava il traffico dell’importante arteria di comunicazione, la strada regia Verona-Vicenza ed aveva delle naturali difese sull’asse nord-sud, rappresentate dai monti, dagli argini del fiume Alpone, dalla palude zerpana, fino ad arrivare all’Adige. Inoltre era favorita dalla posizione intermedia tra le città di Verona e Vicenza (circa 25 Km), godeva di ampi fabbricati dell’abbazia, del monastero, di varie barchesse per le attività agricole, oltre a servizi come la posta con stallaggio per gli animali e almeno due osterie. Tutte queste strutture contribuirono a considerare il luogo ideale per l’acquartieramento delle truppe e valido per creare una linea difensiva.
Il sito potrebbe essere stato abitato anche in periodi precedenti a quello romano, ma una prima organica presenza deve farsi risalire ai secoli VII-VIII, quando i benedettini iniziarono importanti opere edificatorie e di bonifica sul territorio. I primi documenti certi sull’abbazia risalgono al secolo XII, quando l’abate Uberto dei Conti di San Bonifacio compì l’opera di ricostruzione ed ampliamento del complesso abbaziale nel 1131.
L’importanza strategica di Villanova era già nota agli scaligeri che avevano predisposto fortificazioni lungo il ponte sull’Alpone e successivamente nel 1439, durante la guerra tra i Veneziani e i Visconti.
Anche Napoleone aveva colto l’importanza di Villanova, riportandola nel “Memoriale di Sant’Elena” di Las Cases. Una battaglia per la presa di Verona, con un esercito proveniente da est, non poteva quindi avere teatro migliore nella zona compresa tra San Bonifacio e Caldiero.
A Villanova, dalla fine di giugno fino ai primi di novembre del 1796, si registrò un andirivieni di truppe austriache e francesi che si alternavano.
Dal 9 novembre si posizionarono vari picchetti di cavalleria austriaca nella zona di Villanova, in quanto i francesi si erano ritirati a Verona. L’esercito austriaco si snodava lungo la strada da Vicenza sino a Torri di Confine. L’armata contava più di 5000 soldati fra cavalleria e fanteria.
Dal 13 novembre l’abbazia ed il chiostro di Villanova furono utilizzati come ospedale dove vennero portati centinaia di soldati austriaci feriti. I morti vennero sepolti in una fossa comune dell’attiguo cimitero.
Alla sera del 18 novembre arrivarono a Villanova i primi soldati francesi provenienti da Arcole, dopo che gli austriaci si erano ritirati verso Montebello. A Villanova arrivò anche il generale Bonaparte, accompagnato da Augereau e Massena, dopo aver spedito a Soave un picchetto per requisire biada, fieno, vino per l’acquartieramento di Villanova.
Villanova di San Bonifacio si trovò storicamente ad essere al centro di un significativo nodo strategico: controllava il traffico dell’importante arteria di comunicazione, la strada regia Verona-Vicenza ed aveva delle naturali difese sull’asse nord-sud, rappresentate dai monti, dagli argini del fiume Alpone, dalla palude zerpana, fino ad arrivare all’Adige. Inoltre era favorita dalla posizione intermedia tra le città di Verona e Vicenza (circa 25 Km), godeva di ampi fabbricati dell’abbazia, del monastero, di varie barchesse per le attività agricole, oltre a servizi come la posta con stallaggio per gli animali e almeno due osterie. Tutte queste strutture contribuirono a considerare il luogo ideale per l’acquartieramento delle truppe e valido per creare una linea difensiva.
Il sito potrebbe essere stato abitato anche in periodi precedenti a quello romano, ma una prima organica presenza deve farsi risalire ai secoli VII-VIII, quando i benedettini iniziarono importanti opere edificatorie e di bonifica sul territorio. I primi documenti certi sull’abbazia risalgono al secolo XII, quando l’abate Uberto dei Conti di San Bonifacio compì l’opera di ricostruzione ed ampliamento del complesso abbaziale nel 1131.
L’importanza strategica di Villanova era già nota agli scaligeri che avevano predisposto fortificazioni lungo il ponte sull’Alpone e successivamente nel 1439, durante la guerra tra i Veneziani e i Visconti.
Anche Napoleone aveva colto l’importanza di Villanova, riportandola nel “Memoriale di Sant’Elena” di Las Cases. Una battaglia per la presa di Verona, con un esercito proveniente da est, non poteva quindi avere teatro migliore nella zona compresa tra San Bonifacio e Caldiero.
A Villanova, dalla fine di giugno fino ai primi di novembre del 1796, si registrò un andirivieni di truppe austriache e francesi che si alternavano.
Dal 9 novembre si posizionarono vari picchetti di cavalleria austriaca nella zona di Villanova, in quanto i francesi si erano ritirati a Verona. L’esercito austriaco si snodava lungo la strada da Vicenza sino a Torri di Confine. L’armata contava più di 5000 soldati fra cavalleria e fanteria.
Dal 13 novembre l’abbazia ed il chiostro di Villanova furono utilizzati come ospedale dove vennero portati centinaia di soldati austriaci feriti. I morti vennero sepolti in una fossa comune dell’attiguo cimitero.
Alla sera del 18 novembre arrivarono a Villanova i primi soldati francesi provenienti da Arcole, dopo che gli austriaci si erano ritirati verso Montebello. A Villanova arrivò anche il generale Bonaparte, accompagnato da Augereau e Massena, dopo aver spedito a Soave un picchetto per requisire biada, fieno, vino per l’acquartieramento di Villanova.