Il principe Vittorio Emanuele di Savoia ad Arcole
Una lapide, murata nella parete sud-est dell’edificio dove si trova il “bar al Giardino”, rivolta verso la centrale piazza F. Poggi di Arcole, reca scolpite alcune parole che a malapena si riescono a leggere, essendo oramai consumate dal vento e dalla pioggia. Il tempo inesorabile le ha quasi cancellato il messaggio, sotto l’occhio indifferente ed ignaro della gente che si ristora sotto di lei. Essa reca incisa la seguente scritta:
IN QUESTO RECINTO
VALENTINI ROCCO
ACCOLSE S.A.R. VITTORIO EMANUELE
PRINCIPE EREDITARIO
IL GIORNO 23 GIUGNO 1887
La cronaca del tempo ci informa che l’allora proprietario dell’edificio, il citato Valentini Rocco, fece murare la lapide, commemorativa del “fausto ed inatteso avvenimento”, allo scopo di tramandare ai posteri “il ricordo di questa visita principesca”.
Arcole costituì, nella circostanza ricordata dalla lapide, una breve tappa del viaggio che Vittorio Emanuele di Savoia, allora Principe di Napoli, realizzò in territorio veronese dal 22 giugno al 3 luglio 1887. Egli venne accompagnato dai suoi educatori allo scopo di approfondire la conoscenza di Verona e della sua provincia, delle opere d’arte presenti nelle chiese e nei musei cittadini, delle bellezze naturali e dei luoghi dove si svolsero eventi storici dell’epoca napoleonica e risorgimentale.
Il ricordo di quella sosta ad Arcole, in un caldo giorno d’estate, rimase scolpito, oltre che nella lapide, anche nella vita e nell’istruzione di un uomo che, dal 1900 al 1946, diventò Re d’Italia, nel periodo più complesso e tormentato della recente storia italiana: quello del Primo e Secondo conflitto mondiale, dell’avvento e della caduta del fascismo. Giovedì 23 giugno 1887, alle 6,30 di mattino, Vittorio Emanuele, accompagnato dal colonnello Osio, dai capitani Morelli di Popolo e Brancaccio, partì in landeau dall’Hotel de Londres di Verona imboccando la strada che conduce verso Arcole, passando per San Giovanni Lupatoto, Zevio, Ronco all’Adige ed Albaredo. A metà mattinata la carrozza imboccò quindi la strada che costeggia l’argine sinistro dell’Adige e poi quello destro dell’Alpone, attraversando i luoghi che furono teatro di guerra fra le truppe francesi e quelle austriache nelle memorande giornate autunnali del 1796. Giunto all’obelisco napoleonico, rammemorante la battaglia, venne accolto dai consiglieri comunali Zamboni, Padovani e Giuseppe Poggi, in rappresentanza dell’Amministrazione di Arcole, ed il parroco don F. Buglioni, con i quali fece il suo ingresso in paese a piedi fino alla casa Valentini.
Accanto a questo edificio vi era un per-golato, sotto al quale venne disposto un tavolo per la colazione, approntata dal signor Ceresa, il proprietario stesso dell’Hotel de Londres. Prima di ritirarsi sotto il pergolato per la colazione, in compagnia del suo governatore e dei due aiutanti, Vittorio Emanuele si congedò dai rappresentanti comunali. Il lunch freddo, costituito da pane, salumi, frutta, dolci e spremute, cominciò impeccabilmente alle ore 10,00 e terminò alle 10,30.
Il parroco, terminata la colazione, mostrò al Principe un album contenente dei documenti storici riguardanti la battaglia napoleonica. Dopo averlo attentamente esaminato Vittorio Emanuele “porse seco come gradito e prezioso ricordo delle famose gesta svoltosi in quelle storiche ragioni”. Quindi l’ing. Sandri, tecnico comunale, gli fece vedere alcune armi antiche, rinvenute scavando nei dintorni e costituite da due spade, una del ‘500 e l’altra del 1796, due pugnali del ‘500 ed un coltello dello stesso anno.
Fra le persone che, in occasione della vi-sita del Principe, si prestarono maggiormente per disporre ogni cosa in buon ordine si distinse il giovane ed attivo Segretario comunale, il quale ebbe la buona ispirazione di proporre al parroco la presentazione del già menzionato album storico. Anche il conduttore della “Trattoria della Pace” fece del suo meglio nelle prestazioni per il completamento della colazione servita al Principe e seguito. Nel frattempo il capitano Morelli di Po-polo, distinto dilettante di fotografia, rilevò, valendosi di apposite lastre preparate, alcune stupende vedute dei colli veronesi che si godevano dal punto in cui era stata allestita la tavola per la colazione. Da quanto si apprende queste foto riuscirono egregiamente, come altre simili rilevate osservando il magnifico panorama che circondava la Rocca di Caldiero. Prima di partire Vittorio Emanuele fece un piccolo regalo al sig. Rocco Valentini, proprietario della casa dove ebbe luogo la refezione. Questi rispose esprimendo, tutto commosso, la sua gratitudine al Principe, dichiarandosi già troppo soddisfatto dell’onore avuto. E’ in tale momento che Vittorio Emanuele, sorridendo, gli strinse la mano ringraziandolo della sua cortesia. Strinse poi la mano al sig. Fattori, rappresentante il Comune di Arcole. Il Principe lasciò il paese imbandierato e festante alle ore 11,45, acclamato vivamente e salutato da numerosa gente accorsa anche dai paesi vicini.