La Zerpa: il luogo della battaglia
Davanti al ponte d’Arcole si allargava una vasta zona palustre nota come le “Valli Zerpane” o più semplicemente la Zerpa. Il nome, secondo Dino Coltro, Zerpa o Derpa (in dialetto) ricordava l’erba palustre che per anni aveva infestato gli acquitrini. Era attraversata da una antica strada, la via Porcilana o Imperiale, che collegava Verona ad Este ed era delimitata dal corso dell’Adige e dell’Alpone.
Anticamente la valle zerpana era stata fertile, ricca di boschi e corsi d’acqua; aveva mulini, attività tessili lungo le sponde del torrente Tramigna e dell’Alpone. A favorire le fabbriche tessili erano la vicinanza dell’area montana della Lessinia, con le sue numerose greggi e la prossimità del mercato veronese con le due grandi strade (la Postumia a nord e la strada Porcilana a sud).
Già dal tardo Medioevo, l’innalzamento del letto dell’Adige e del torrente Alpone iniziò a creare non pochi problemi di deflusso delle acque, considerando che i proprietari terrieri tendevano a privilegiare soluzioni che facessero i propri interessi e non quelli della comunità. Lo scolo delle acque che stagnavano in un terreno più basso del letto dei corsi d’acqua divenne il problema della Zerpa. Esistevano numerosi fossi di scolo, alcuni diretti in Adige, altri in Alpone. L’aggravamento della situazione geologica ed idrica del territorio fu certamente determinato anche da una lunga serie di rotte dell’Adige, verificatesi in anni ravvicinati, dal 1756 al 1786, l’ultima dieci anni prima della battaglia napoleonica.
La terra, quindi, diventò palude, un selvaggio lago di piante sommerse e galleggianti, su isolotti di terreno intriso d’acqua. Con il tempo la popolazione imparò a convivere con la palude, con le zanzare e la malaria, ricavando il necessario per vivere da ciò che la natura sapeva offrire.
La popolazione rimasta, ovviamente, poiché l’area andò incontro ad uno svuotamento costante e ad emigrazione. Le località di Zerpa e Bionde vengono lentamente abbandonate. Nel 1772 la popolazione della Zerpa è di 210 anime e di solo 90 anime nel 1780. Nel 1776 Zerpa cessa ecclesiasticamente di essere parrocchia e per decreto vescovile è unita alla vicina parrocchia di Bionde.
Tra il 15 ed il 17 novembre 1796 la palude di Zerpa fu teatro della nota battaglia di Arcole, tra i soldati francesi, al cui comando vi era Napoleone Bonaparte e quelli austriaci del generale Alvinczy. Dalla chiesa di Zerpa, essendo manomessa e rovinata dalle truppe, venne fatto trasportare il fonte battesimale in quella di Bionde, dal parroco di quest’ultima parrocchia.
Davanti al ponte d’Arcole si allargava una vasta zona palustre nota come le “Valli Zerpane” o più semplicemente la Zerpa. Il nome, secondo Dino Coltro, Zerpa o Derpa (in dialetto) ricordava l’erba palustre che per anni aveva infestato gli acquitrini. Era attraversata da una antica strada, la via Porcilana o Imperiale, che collegava Verona ad Este ed era delimitata dal corso dell’Adige e dell’Alpone.
Anticamente la valle zerpana era stata fertile, ricca di boschi e corsi d’acqua; aveva mulini, attività tessili lungo le sponde del torrente Tramigna e dell’Alpone. A favorire le fabbriche tessili erano la vicinanza dell’area montana della Lessinia, con le sue numerose greggi e la prossimità del mercato veronese con le due grandi strade (la Postumia a nord e la strada Porcilana a sud).
Già dal tardo Medioevo, l’innalzamento del letto dell’Adige e del torrente Alpone iniziò a creare non pochi problemi di deflusso delle acque, considerando che i proprietari terrieri tendevano a privilegiare soluzioni che facessero i propri interessi e non quelli della comunità. Lo scolo delle acque che stagnavano in un terreno più basso del letto dei corsi d’acqua divenne il problema della Zerpa. Esistevano numerosi fossi di scolo, alcuni diretti in Adige, altri in Alpone. L’aggravamento della situazione geologica ed idrica del territorio fu certamente determinato anche da una lunga serie di rotte dell’Adige, verificatesi in anni ravvicinati, dal 1756 al 1786, l’ultima dieci anni prima della battaglia napoleonica.
La terra, quindi, diventò palude, un selvaggio lago di piante sommerse e galleggianti, su isolotti di terreno intriso d’acqua. Con il tempo la popolazione imparò a convivere con la palude, con le zanzare e la malaria, ricavando il necessario per vivere da ciò che la natura sapeva offrire.
La popolazione rimasta, ovviamente, poiché l’area andò incontro ad uno svuotamento costante e ad emigrazione. Le località di Zerpa e Bionde vengono lentamente abbandonate. Nel 1772 la popolazione della Zerpa è di 210 anime e di solo 90 anime nel 1780. Nel 1776 Zerpa cessa ecclesiasticamente di essere parrocchia e per decreto vescovile è unita alla vicina parrocchia di Bionde.
Tra il 15 ed il 17 novembre 1796 la palude di Zerpa fu teatro della nota battaglia di Arcole, tra i soldati francesi, al cui comando vi era Napoleone Bonaparte e quelli austriaci del generale Alvinczy. Dalla chiesa di Zerpa, essendo manomessa e rovinata dalle truppe, venne fatto trasportare il fonte battesimale in quella di Bionde, dal parroco di quest’ultima parrocchia.